Aldo Levi

I coniugi Aldo Levi e Elena Viterbo, Archivio Fondazione CDEC
Aldo Levi
Nato il 16/03/1898 a Torino
Arrestato a Como il 04/12/1943
Morto a Auschwitz il 28/02/1945
Motivo dell'arresto: persecuzione razziale
Anno di posa della pietra: 2025
Detenzione: Como
Deportazione: Fossoli, Auschwitz
Trasporto: 27 (partito da Fossoli il 22/02/1944, arrivato a Auschwitz il 26/02/1944)

Pietra in Via Donatello, 26/A
Richiesta da
Aldo Levi, figlio di Samuele e di Benvenuta Levi nasce a Torino nel 1898. Combatte durante la Prima guerra mondiale e gli viene conferita la croce al merito. Si laurea poi in ingegneria al Politecnico di Torino e si trasferisce a Milano dove lavora presso la ditta Bourrelly. Nel 1935 diventa capo dei servizi elettrici del Comune di Milano. Nel 1919 sposa Elena Viterbo, figlia di Gustavo e Amalia Levi. Nel 1931 nasce Italo e nel 1938 nasce la seconda figlia, Emilia. La prima concreta conseguenza dell’emanazione delle leggi razziali è l’espulsione di Italo dalla scuola elementare Leonardo, a poche centinaia di metri da casa. Pochi mesi dopo Aldo viene licenziato dal Comune di Milano ed espulso dall’ordine degli Ingegneri. Riesce ad ottenere la discriminazione ma per due anni rimane disoccupato e la vita quotidiana si fa sempre più difficile. Nel 1941 viene assunto dalla ditta Cetti, attiva nel settore edile, ma ne viene licenziato dopo il settembre del 1943; era ormai chiaro che per gli ebrei era in pericolo la vita stessa. La moglie e i figli sfollano per un certo periodo a Lodi, ma la situazione diventa sempre più pericolosa e la famiglia decide di provare a fuggire in Svizzera. I Levi vengono però arrestati a Como il 4/12/1943, spogliati di tutti i loro beni e rinchiusi nel carcere di Como tranne Italo che viene ospitato presso la Casa della Divina Provvidenza per evitargli il carcere in così giovane età. Dopo un paio di settimane vengono deportati tutti e quattro nel campo di Fossoli e il 22 febbraio vengono deportati ad Auschwitz con il Trasporto no 22.
Elena e i bambini verranno uccisi all’arrivo. Ad Aldo viene attribuito il numero di matricola 174518. Secondo una testimonianza di Primo Levi Aldo viene evacuato da Auschwitz il 18/1/1945 e muore in data ignota. Nelle pagine di “Se questo è un uomo” Primo Levi ci ha lasciato un intenso ed indimenticabile ritratto di Emilia: “Cosi morí Emilia, che aveva tre anni [in realtà cinque]; poiché ai tedeschi appariva palese la necessità storica di mettere a morte i bambini degli ebrei. Emilia, figlia dell’ingegner Aldo Levi di Milano, che era una bambina curiosa, ambiziosa, allegra e intelligente; alla quale, durante il viaggio nel vagone gremito, il padre e la madre erano riusciti a fare il bagno in un mastello di zinco, in acqua tiepida che il degenere macchinista tedesco aveva acconsentito a spillare dalla locomotiva che ci trascinava tutti alla morte”.
Elena e i bambini verranno uccisi all’arrivo. Ad Aldo viene attribuito il numero di matricola 174518. Secondo una testimonianza di Primo Levi Aldo viene evacuato da Auschwitz il 18/1/1945 e muore in data ignota. Nelle pagine di “Se questo è un uomo” Primo Levi ci ha lasciato un intenso ed indimenticabile ritratto di Emilia: “Cosi morí Emilia, che aveva tre anni [in realtà cinque]; poiché ai tedeschi appariva palese la necessità storica di mettere a morte i bambini degli ebrei. Emilia, figlia dell’ingegner Aldo Levi di Milano, che era una bambina curiosa, ambiziosa, allegra e intelligente; alla quale, durante il viaggio nel vagone gremito, il padre e la madre erano riusciti a fare il bagno in un mastello di zinco, in acqua tiepida che il degenere macchinista tedesco aveva acconsentito a spillare dalla locomotiva che ci trascinava tutti alla morte”.