Renato Levi
Renato Levi
Nato il 04/08/1898
Arrestato a Milano il 12/10/1943
Morto a Auschwitz il 23/01/1944
Motivo dell'arresto: persecuzione razziale
Anno di posa della pietra: 2025
Detenzione: S.Vittore
Deportazione: Auschwitz
Trasporto: 12 (partito da Milano il 06/12/1943, arrivato a Auschwitz il 11/12/1943)

Pietra in Via Fatebenefratelli, 12
Richiesta da
Non si sa in che anno Renato Levi, figlio di Massimo e di Fanny Cammeo, si trasferisca a Milano. Possiede un negozio di musica, prima in zona Brera poi in via Verdi “Magazzino musicale”. Ama il jazz e vi dedica anche qualche articolo nella rivista “Il disco”, forte soprattutto del suo sodalizio con Ezio Levi, grande conoscitore del mondo del jazz e fondatore del primo jazz club in città. Con l’avvento delle leggi razziali chiede la discriminazione adducendo come motivazione l’aver partecipato alla Grande guerra nel corso della quale è stato fatto prigioniero per 14 mesi e la morte del fratello Maurizo nel corso della guerra stessa. La discriminazione viene negata perché si fa notare che si è iscritto al PNF nel 1922 ma non ha mai rinnovato l’iscrizione e perché nel corso della guerra non ha comunque avuto decorazioni.
Renato viene arrestato poco dopo l’inizio dell’occupazione nazifascista, il 12 ottobre 1943, quando le pratiche burocratiche sopra citate erano ancora in corso. Detenuto a San Vittore viene poi deportato con il Trasporto no 12 partito dal binario 21 l’11 dicembre 1943.
La macchina persecutoria fascista prosegue il suo corso ed il 28 gennaio 1944, quando Renato è già ad Auschwitz, gli agenti di pubblica sicurezza procedono all’inventario di tutto ciò che si trova nel negozio per trasferirlo all’Egeli; tra cui 309 del libro “La vera storia del Jazz” dell’amico Ezio Levi di cui Renato aveva curato l’edizione.
Arrivato ad Auschwitz gli venne assegnato il numero di matricola 168004 perché si riteneva possibile sfruttarlo come forza lavoro. Enzo Levi, ebreo torinese deportato nel suo stesso convoglio, dopo il ritorno in Italia ha riferito alla famiglia che Renato era morto, in una data che non era possibile definire, di setticemia seguita ad un flemmone e a dissenteria acuta.
Renato viene arrestato poco dopo l’inizio dell’occupazione nazifascista, il 12 ottobre 1943, quando le pratiche burocratiche sopra citate erano ancora in corso. Detenuto a San Vittore viene poi deportato con il Trasporto no 12 partito dal binario 21 l’11 dicembre 1943.
La macchina persecutoria fascista prosegue il suo corso ed il 28 gennaio 1944, quando Renato è già ad Auschwitz, gli agenti di pubblica sicurezza procedono all’inventario di tutto ciò che si trova nel negozio per trasferirlo all’Egeli; tra cui 309 del libro “La vera storia del Jazz” dell’amico Ezio Levi di cui Renato aveva curato l’edizione.
Arrivato ad Auschwitz gli venne assegnato il numero di matricola 168004 perché si riteneva possibile sfruttarlo come forza lavoro. Enzo Levi, ebreo torinese deportato nel suo stesso convoglio, dopo il ritorno in Italia ha riferito alla famiglia che Renato era morto, in una data che non era possibile definire, di setticemia seguita ad un flemmone e a dissenteria acuta.