Giulia Enrichetta Basevi Forti

Giulia Enrichetta Forti vedova Basevi, nonna materna di Adriana Goldstaub (deportata) ©Archivio CDEC (inv.001-018))
Giulia Enrichetta Basevi Forti
Nato il 10/11/1884 a Verona
Arrestato a Pino (VA) il 05/12/1943
Morto a Auschwitz
Motivo dell'arresto: persecuzione razziale
Anno di posa della pietra: 2019
Detenzione: Varese, S. Vittore
Deportazione: Auschwitz
Trasporto: 12 (partito da Milano il 06/12/1943, arrivato a Auschwitz il 11/12/1943)

Pietra in Via F.lli Bronzetti, 33
Richiesta da
Giulia Enrichetta Anna Rebecca Forti nasce a Verona il 10 novembre 1884 da Leopoldo Forti ed Emilia Basevi. In prime nozze, nel 1907, sposa un cugino, Licinio Basevi, con il quale ha cinque figli (Gino, Ettore, Emilio, Guglielmina e Wally): il marito, volontario nella Prima guerra mondiale, muore di febbre spagnola nel 1919. Appassionata di musica lirica (voce da mezzosoprano), fa parte del coro della sinagoga di Verona. Tenta senza successo di proseguire l’attività del marito (importazione di generi coloniali) e dopo qualche anno si trasferisce a Milano, dove lavora come sarta. Il figlio maggiore, Gino, malato di cuore, muore nel 1939.
Nel 1943, a causa dei bombardamenti su Milano, Giulia Forti si trasferisce come sfollata in una cascina ad Ospedaletto Lodigiano, ma dopo pochi mesi insieme ai figli Emilio e Wally cerca di rifugiarsi in Svizzera; ne è respinta e dopo un ulteriore tentativo viene arrestata sul treno che la conduce indietro verso Varese: è il 5 dicembre 1943. È in carcere primaa Varese e poi a San Vittore, da cui è deportata ad Auschwitz. È ignota la data di morte.
Nel 1943, a causa dei bombardamenti su Milano, Giulia Forti si trasferisce come sfollata in una cascina ad Ospedaletto Lodigiano, ma dopo pochi mesi insieme ai figli Emilio e Wally cerca di rifugiarsi in Svizzera; ne è respinta e dopo un ulteriore tentativo viene arrestata sul treno che la conduce indietro verso Varese: è il 5 dicembre 1943. È in carcere primaa Varese e poi a San Vittore, da cui è deportata ad Auschwitz. È ignota la data di morte.