Singolo deportato - Pietre d'inciampo Milano

Francesco Besso

Francesco Besso


Arrestato a Rodi (Grecia) il 09/09/1943
Morto a Rodi (Grecia) il 27/02/1945

Motivo dell'arresto: internato militare italiano


Anno di posa della pietra: 2025
Deportazione:

Pietra in Via Sant'Antonio, 1
Richiesta da

Francesco Besso, figlio di Francesco Romano e Teresia Luparia, si trasferisce ancora bambino a Milano insieme ai genitori che aprono e gestiscono qui varie attività commerciali. Francesco si iscrive all’Accademia di Brera ricevendo nell’anno scolastico 1940/41 una Menzione onorevole per le sue capacità. Allo scoppio della guerra si arruola e il 15 giugno 1941 viene inviato in Albania e in seguito in Grecia, a Missolungi. Il 26 aprile 1942 viene trasferito a Rodi, dove presta servizio all’ufficio topografico presso il Quartier generale delle Forze Armate. L’8 settembre 1943 si trova a Rodi al momento della firma dell’armistizio. Egli fa dunque parte dei più di 300.000 soldati italiani che si trovano in quel momento in Grecia e che passano in pochi giorni dall’essere forza straniera occupante a essere bersaglio dei tedeschi. Tutti vengono abbandonati al loro destino in una colpevole mancanza di direttive e di informazioni da parte dei vertici militari italiani. A lui come a tutti gli altri viene chiesto di aderire alle Forze Armate della Repubblica di Salò ma egli si rifiuta e viene fatto prigioniero. Nel campo di prigionia esegue una serie di vignette caricaturali propagandistiche mettendo in ridicolo Hitler, Mussolini ed altri capi nazi-fascisti. Secondo la testimonianza del cappellano militare Monsignor Della Vedova, Besso aveva lasciato in custodia alle Suore francescane una valigetta con doppio fondo dove veniva custodita una vignetta satirica su Hitler, aggrappato al mondo mentre scivola inesorabilmente verso il vuoto. Un compagno di prigionia, venutone a conoscenza, lo denuncia alle autorità nazi-fasciste che trovano una decina di vignette e la valigetta. Besso viene arrestato e trasferito nel carcere della Caserma Regina e poi trasferito nel vecchio castello di Rodi e processato dal Tribunale di Guerra tedesco, accusato di disfattismo e condannato a fucilazione. Il 27 febbraio 1945 Francesco Besso viene fucilato.