Singolo deportato - Pietre d'inciampo Milano

Alice Ventura Battaglia

Alice Ventura Battaglia


Nato il 02/09/1894 a Cremosano (CR)
Arrestato a Milano il 06/08/1944
Morto a Ravensbruck il 05/03/1945

Motivo dell'arresto: persecuzione politica


Anno di posa della pietra: 2025
Detenzione: S. Vittore, Novara, Torino
Deportazione: Bolzano, Ravensbruck

Pietra in Via Gallarate, 41
Richiesta da

Alice Ventura nasce a Cremosano, in provincia di Cremona, il 2 settembre 1894, figlia di Francesco, uomo di salda fede socialista, e Rosa Alpiani. La madre muore giovane e il padre sposa un’altra donna con cui Alice non va d’accordo e, allo scoppio della guerra, si trasferisce a Milano, andando a lavorare a servizio. A Milano conosce Vittorio Battaglia, un giovane che lavora alla fonderia Lomazzi ed è anche un appassionato ginnasta. Proprio a causa della sua altezza Vittorio è riformato, così con due compagni ginnasti forma il trio Apollo, che si esibisce in piccoli spettacoli nei varietà e nei café chantant. Il trio riscuote successo e un impresario li scrittura per una tournée in Nord America con il circo Barnum&Bailey. Vittorio parte e manda i soldi a casa. Durante un rientro in Italia, il 2 febbraio del 1918, Alice e Vittorio si sposano e Alice segue Vittorio trasferendosi a New York. Qui, insieme alla sorella di Vittorio che aveva sposato un altro membro del trio, lavora come guardarobiera in una grande lavanderia cinese.
Nel 1922 Vittorio ha un incidente, il trio si scioglie, e la coppia rientra in Italia, andando ad abitare a Milano, Vittorio inizia a lavorare con il fratello che nel frattempo ha aperto la Fonderia Artistica Battaglia insieme ad altri due soci. Allo scoppio della guerra la famiglia si trasferisce in periferia, in via Gallarate, un quartiere operaio, che subisce continui bombardamenti a causa della presenza di fabbriche e officine.
Nel quartiere Alice conosce una ragazza, moglie di un partigiano che combatte in Piemonte nelle Brigate Moscatelli. Nell’estate del 1944 la ragazza è incinta e Alice le cede la sua tessera annonaria per il cibo. Quando il marito della ragazza viene catturato ed impiccato gli trovano in tasca una lettera della moglie che lo rassicura sulle sue condizioni, raccontandogli della ‘brava signora che le ha donato la sua tessera annonaria’.
La polizia fascista e le SS rastrellano il quartiere, interrogando tutti gli abitanti; viene fatto il nome di Alice che viene arrestata il 6 agosto e trasferita a Novara, Torino, e infine al campo di Bolzano. Da qui è inviata quindi a Ravensbrück, dove il 3 ottobre è registrata come detenuta politica con numero di matricola 94428. Qui muore il 5 marzo 1945.