Sebastiano Pieri
Sebastiano Pieri
Nato il 05/04/1898 a Vasanello (VT)
Arrestato a Milano il 17/03/1944
Morto a Gusen il 19/01/1945
Motivo dell'arresto: persecuzione politica
Anno di posa della pietra: 2021
Detenzione: S. Vittore
Deportazione: Fossoli, Bolzano, Mauthausen, Gusen
Trasporto: 53 (partito da Fossoli il 21/06/1944, arrivato a Mauthausen il 24/06/1944)

Pietra in Piazza Filangieri 2
Richiesta da
Sebastiano Pieri nasce a Vasanello (VT) il 5 aprile 1898. Sposa Emiliana Maracci, sua conterranea: la coppia non ha figli ed il matrimonio non dura. Il 16 settembre 1923 si arruola nel corpo delle guardie giudiziarie e si trasferisce a Milano in servizio al carcere di San Vittore. Conosce Olga Fraquelli con la quale si lega, ma non può contrarre altro matrimonio. Il primo figlio muore appena nato, il secondo figlio, Umberto, nasce nel 1935 e sarà riconosciuto da Sebastiano Pieri. Non riesce invece a riconoscere il terzo figlio, Cesare, nato nel 1943, proprio perché arrestato e deportato: Cesare avrà comunque il cognome Pieri quando verrà affiliato negli anni ’50 dal fratello di Sebastiano.
Il lavoro di Sebastiano Pieri è apprezzato: a settembre 1938 è promosso “guardia scelta” ed il 4 dicembre 1938 gli viene conferita medaglia d’argento al merito di servizio. Dopo l’8 settembre 1943 è nel braccio di San Vittore sotto giurisdizione delle SS tedesche, addetto all’infermeria; come tale è testimone di quanto accade ed in particolare della morte, dopo tortura, di don Achille Bolis, parroco settantenne di Calolziocorte (BG). Si offre di aiutare i detenuti a mantenere rapporti clandestini con i parenti nascondendo i messaggi nella fodera del berretto di ordinanza, fino a quando non venne scoperto. Il 17 marzo 1944 è arrestato e carcerato a San Vittore, matr. 1705. Il 27 aprile 1944 è deportato a Fossoli ed il 21 Giugno 1944, con il Traporto 53, a Mauthausen, matr. 76509. Non è nota la data del suo trasferimento a Gusen, dove muore il 19 gennaio 1945.
Il lavoro di Sebastiano Pieri è apprezzato: a settembre 1938 è promosso “guardia scelta” ed il 4 dicembre 1938 gli viene conferita medaglia d’argento al merito di servizio. Dopo l’8 settembre 1943 è nel braccio di San Vittore sotto giurisdizione delle SS tedesche, addetto all’infermeria; come tale è testimone di quanto accade ed in particolare della morte, dopo tortura, di don Achille Bolis, parroco settantenne di Calolziocorte (BG). Si offre di aiutare i detenuti a mantenere rapporti clandestini con i parenti nascondendo i messaggi nella fodera del berretto di ordinanza, fino a quando non venne scoperto. Il 17 marzo 1944 è arrestato e carcerato a San Vittore, matr. 1705. Il 27 aprile 1944 è deportato a Fossoli ed il 21 Giugno 1944, con il Traporto 53, a Mauthausen, matr. 76509. Non è nota la data del suo trasferimento a Gusen, dove muore il 19 gennaio 1945.