Mario Oriani
Mario Oriani
Nato il 04/10/1925 a Milano
Arrestato a Milano il 12/01/1945
Morto a Langenzenn il 22/03/1945
Motivo dell'arresto: persecuzione politica
Anno di posa della pietra: 2023
Detenzione: S. Vittore
Deportazione: Carcere di Norimberga, Langenzenn

Pietra in Via Varesina, 80
Richiesta da
Mario Oriani nasce a Milano il 4 ottobre 1925, figlio di Carlo e Maria Bonsignori. Il padre Carlo è sellaio e la famiglia vive in via Varesina 80, zona Villapizzone, negli stessi locali del negozio. Mario frequenta le scuole di zona e il 2 febbraio 1941 è assunto presso la Safim (Società anonima fusti e imballaggi metallici) di via Stephenson 75 come operaio apprendista. Il 27 aprile 1943 è chiamato alla visita di leva, dove viene dichiarato ‘rivedibile’, ed esonerato dal servizio per quell’anno. Dopo l’8 settembre Mario entra a far parte della brigata partigiana ‘Carlo Pisacane’ – che opera nelle zone di Lecco, Erba, Canzo, Asso e nella provincia bergamasca. Come testimoniato più tardi dal Comandante della Brigata, Bernardo Carenini (nome di battaglia Martino Renato) e dalla sua scheda personale al Comando regionale lombardo del CVL partecipa anche ad alcune operazioni in Valcava, in Val Brembana e a dei rastrellamenti ad Erba e Asso.
Il 25 aprile dell’anno successivo, il 1944, Mario riceve una nuova chiamata alla leva da parte della Repubblica Sociale Italiana, che dopo l’8 settembre 1943 governa il Nord Italia, e questa volta è dichiarato abile. Mario rifiuta di arruolarsi nelle fila fasciste e, da renitente alla leva, è costretto ad abbandonare il suo lavoro presso la Safim. Torna a lavorare nell’attività del padre, aiutandolo nella selleria di via Varesina, ma il 12 gennaio 1945, probabilmente a causa di una soffiata, i fascisti dell’VIII Brigata Nera Aldo Resega si presentano in via Varesina per un ‘controllo’. Mario viene trattenuto e portato ‘per accertamenti’ alla sede distaccata della brigata presso la scuola Cappellini di via Giovanni Battista De Rossi. Qui è fermato con l’accusa di diserzione e trasferito a San Vittore, registrato con matricola n.10460. Dopo un mese, il 13 febbraio 1945, è deportato al ‘servizio lavoro’ (SL) in Germania. Trasferito nel carcere di Norimberga, dove risulta registrato (n.160) dal 17 al 19 febbraio, è destinato al lager di Langenzenn, un campo di lavoro coatto gestito dalla Gestapo. Probabilmente a causa delle miserevoli condizioni sanitarie del campo e delle torture subite, il 22 marzo 1945 Mario muore ed è seppellito nel cimitero della vicina Fürth. Il certificato di morte indica la tubercolosi quale causa del decesso. A giugno, la famiglia Oriani riceve notizia del decesso dalla lettera di un compagno di prigionia, Igino Veronese, che, lavorando nell’infermeria del lager, ha personalmente assistito al decesso e alla successiva sepoltura nel cimitero di Fürth.
Il 25 aprile dell’anno successivo, il 1944, Mario riceve una nuova chiamata alla leva da parte della Repubblica Sociale Italiana, che dopo l’8 settembre 1943 governa il Nord Italia, e questa volta è dichiarato abile. Mario rifiuta di arruolarsi nelle fila fasciste e, da renitente alla leva, è costretto ad abbandonare il suo lavoro presso la Safim. Torna a lavorare nell’attività del padre, aiutandolo nella selleria di via Varesina, ma il 12 gennaio 1945, probabilmente a causa di una soffiata, i fascisti dell’VIII Brigata Nera Aldo Resega si presentano in via Varesina per un ‘controllo’. Mario viene trattenuto e portato ‘per accertamenti’ alla sede distaccata della brigata presso la scuola Cappellini di via Giovanni Battista De Rossi. Qui è fermato con l’accusa di diserzione e trasferito a San Vittore, registrato con matricola n.10460. Dopo un mese, il 13 febbraio 1945, è deportato al ‘servizio lavoro’ (SL) in Germania. Trasferito nel carcere di Norimberga, dove risulta registrato (n.160) dal 17 al 19 febbraio, è destinato al lager di Langenzenn, un campo di lavoro coatto gestito dalla Gestapo. Probabilmente a causa delle miserevoli condizioni sanitarie del campo e delle torture subite, il 22 marzo 1945 Mario muore ed è seppellito nel cimitero della vicina Fürth. Il certificato di morte indica la tubercolosi quale causa del decesso. A giugno, la famiglia Oriani riceve notizia del decesso dalla lettera di un compagno di prigionia, Igino Veronese, che, lavorando nell’infermeria del lager, ha personalmente assistito al decesso e alla successiva sepoltura nel cimitero di Fürth.