Diario degli scioperi del marzo 1944
Nel 1944, gli scioperi di Milano rappresentarono un momento cruciale della Resistenza contro il nazifascismo. In un clima di oppressione e miseria, migliaia di operai delle principali fabbriche milanesi – tra cui Alfa Romeo, Pirelli, Breda e Magneti Marelli – incrociarono le braccia per protestare contro le deportazioni forzate in Germania, le pessime condizioni lavorative e la mancanza di viveri.
Coordinati dai comitati di fabbrica e sostenuti dai partiti antifascisti, gli scioperi di marzo coinvolsero circa 300.000 lavoratori, paralizzando l’industria bellica essenziale per l’occupazione nazista. La reazione nazifascista fu feroce: centinaia di manifestanti furono arrestati e deportati nei campi di concentramento, molti non fecero mai ritorno.
Tuttavia, questi eventi segnarono una svolta decisiva nella lotta antifascista, consolidando l’alleanza tra il movimento operaio e i partigiani. Gli scioperi di Milano del 1944 divennero un simbolo di resistenza civile e opposizione al regime, dimostrando il coraggio e la determinazione della classe operaia nel lottare per la libertà e la giustizia.
Gli scioperanti: Bencich Santo (Breda). Berna Giuseppe (Breda). Cajelli Giuseppe (ATM). Cappelletti Luigi Pietro (Breda). Chionna Umberto (Pirelli). Codini Costantino (ATM). De Capitani Ferdinando (Corriere della Sera). Dolfi Giovanni (Innocenti). Duci Luigi (Breda). Fiocchi Angelo (Alfa Romeo). Madé Mario (Breda). Merlini Giuseppe (Pirelli). Parietti Dionigi (Corriere della Sera). Perelli Romano (Breda). Petit Bon Lodovico (Breda). Setti Ezio (Caproni). Silla Fabbri Augusto (Caproni). Spallanzani Dante (Caproni). Thomas Carlotta (Borletti). Vezzani Alfredo (Breda). Villa Dante (Innocenti). Villa Luigi (Breda).